Qui di
seguito troverete un breve stralcio di una lunga intervista, realizzata
dalla rivista Nocturno (Novembre del 2017), a Catriona MacColl sulla
sua carriera e il suo legame con il cinema horror, ma nel farlo si
parla anche di Lady Oscar...
Manlio Gommarasca (MG): Catriona MacColl, prima ballerina e poi attrice, si presenti...
Catriona MacColl (CM): Sono inglese e sono cresciuta vicino a Londra. Da bambina sognavo di fare la ballerina e quel sogno mi ha accompagnato per tanto tempo. [...] Finita l'accademia ho cominciato a guardarmi in giro e ho deciso di andare a Marsiglia, perché ho sempre avuto una passione per la Francia. [...] A Marsiglia sono entrata in una compagnia abbastanza importante, Le Ballet de Marseille, ma ci rimasi solo due anni perché poi mi feci male a una gamba e questo incidente mi portò via il piacere per la danza. [...] A quel punto pensai: "Ho sempre amato la recitazione, ma ero troppo occupata a diventare una ballerina!". Così fui ingaggiata da una compagnia teatrale francese che mi offrì un piccolo ruolo in uno spettacolo. Con loro rimasi per oltre due anni e alla fine del primo anno interpretavo già ruoli da protagonista. [...] Capii finalmente che mi piaceva molto di più recitare che ballare. Era meno faticoso. Volevo tornare a Londra e proseguire la carriera lì, ma sulla strada del ritorno mi sono fermata a Parigi, a casa di alcune amiche attrici, che mi hanno presentata a un agente. Così ho cominciato a lavorare nella televisione francese. Per me non era un problema recitare in francese, perché lo parlavo già in maniera fluente, ma ad un certo punto ho deciso che volevo recitare nella mia lingua madre. Avevo 27 anni e vivevo a Parigi già da cinque. Avevo già recitato in molti film come protagonista, in quelli di Lucio Fulci, nel film di Jacques Demy
[...]
(MG): Hai interpretato la protagonista in un film che avrebbe dovuto darti grande popolarità, Lady Oscar, diratto da un regista importanta come Jacques Demy...
(CM): Quella è una storia buffa… All’epoca mi parlarono di questo manga di grande successo. Ottenere quella parte fu un vero e proprio miracolo perché Jacques aveva cercato una ragazza adatta per quel ruolo per tantissimo tempo. Era persino andato in America con il produttore giapponese che doveva essere d’accordo per contratto. Ma non c’era verso, Lady Oscar non saltava fuori. A quanto pare fu George Cukor a dire a Jacques che stava facendo un errore, perché avrebbe dovuto fare il film con una ragazza inglese, dall’accento inglese, perché pensava potesse essere molto più credibile e molto più autentica. Così ottenni la parte. Fui l’ultima ragazza vista tra tutti i provini fatti in Francia e in America.(CM): Mi sono sentita come se fosse un segno del destino. Ero praticamente perfetta per quella parte anche se non avevo un nome importante come quelle di Jane Birkin, che era pure stata presa in considerazione per il ruolo. I giapponesi non volevano nessuno che avesse una fisicità o un background che non potesse fondersi con quello di un’icona come Lady Oscar. Anzi, un’attrice senza nome avrebbe potuto dare la giusta rilevanza al personaggio. Per di più, io non avevo un passato turbolento come quello della Birkin con Gainsbourge quindi non avrei creato scandalo interpretando un personaggio così puro e virginale come quello di Oscar. Per me fu un ciclone: mi sono ritrovata a girare il trailer il pomeriggio dopo la mia seconda audizione senza neanche aver letto il copione. Il giapponese disse: «Ok, sei tu!» e mi fece firmare subito il contratto. Mi ritrovai subito in sella a un cavallo e con una spada in mano. Ero stata a cavallo molti anni prima e di sicuro non avevo mai maneggiato una spada, così il maestro d’armi mi insegnò con molta pazienza quello che avrei dovuto fare. Fortunatamente il mio passato da ballerina mi ha aiutato parecchio e ho interpretato quel trailer come fosse una coreografia. Da lì è iniziata un’incredibile avventura. Le riprese sono durate undici settimane e prima mi preparai moltissimo seguendo altri corsi di dizione. Andai anche in Spagna con una troupe di giapponesi per girare una specie di show da passare alla tv giapponese la notte di capodanno. Finite le riprese mi trovai a fare un enorme tour promozionale con Jacques in Giappone. Mai nella mia vita mi è capitata un’esperienza simile: avevo nove bodyguard! Ci credi? E avevo bisogno di loro, perché c’erano talmente tanti di quei fan di Lady Oscar che poteva diventare pericoloso… La premiere fu incredibile: tutto il cinema era coperto di rose! Jacques credeva molto in me e mi aveva preso sotto la sua ala protettrice, perché gli piacevo proprio come persona. Ero una ragazza molto semplice e aperta. Non creavo problemi e ci divertivamo molto insieme. Una volta Jacques organizzò una proiezione di Lady Oscar a New York per Louis Malle e Susan Sarandon, che all’epoca avevano una relazione, e Malle mi disse: "Non mi preoccupo per te perché ce l’hai fatta!". Ci fu pure uno special screen di Lady Oscar a Cannes e Jacques mi disse: "In due anni, cara, sarai su quel tappeto rosso con tutte le più grandi star!". Non è mai successo! [...]