(attenzione contiene spoiler)
Intorno
alla fine del 1980 e all'inizio di quelli '90 i
telespettatori giapponesi, dopo aver snobbato per varie
ragioni la prima trasmissione dell'anime di "Versailles
no Bara" iniziano a riscoprirlo ed apprezzarlo.
Il canale televisivo NHK decise così di sfruttare il momento e chiese e ottenne da Riyoko Ikeda la possibilità di realizzare un anime tratto da un altro suo manga, quello di "Caro Fratello". Manga scritto e disegnato da Riyoko Ikeda poco dopo la conclusione del suo più grande successo ,"Versailles no Bara".
La regia venne affidata ad Osamu Dezaki, che si era occupato anche della regia per tutta la seconda parte (nonché quella più apprezzata da tutti) della trasposizione animata di "Versailles no Bara".
L'anime di "Caro Fratello" è composto da un gran numero di episodi, 39, soprattutto se confrontati con la lunghezza del manga (intorno alle 500 pagine) e per questo motivo Dezaki dovette suggerire ai suoi sceneggiatori, Takayashiki e Konparu, di apportare alcune modifiche alla storia originale, tant' è che le due, quelle del manga e dell' anime, alla fine finiscono per differenziarsi notevolmente (esempio l' alone di morte che circonda alla fine tutti i personaggi e il confronto tra la vita e la morte di Rei con quella di Kaoru lascia spazio per un messaggio più positivo di una speranza che non muore mai ).
La realizzazione del character design venne affidata ad Akio Sugino, che partendo dallo stile di Riyoko Ikeda, cercò di modernizzarne il tratto dei personaggi pur cercando di mantenere inalterata la loro eleganza e leggiadria.
Prima della messa in onda dell'anime, venne invitata dalla NHK alla visione del prodotto anche la stessa Riyoko Ikeda che a conclusione del primo episodio avvicinandosi a Dezaki gli disse: "...caro Dezaki, tu sai interpretare la psicologia femminile meglio di molte donne" .
Non possiamo che condividere questo suo commento, infatti l'anime riesce a trasmettere con solo l'utilizzo delle immagini e dei colori (spesso con delle tinte sfumate) le emozioni, i sentimenti e le espressioni dei personaggi arrivando così a comprendere la loro anima . Il tutto sottolineato da una colonna sono che ben si amalgama con quanto viene trasmesso.
Estremamente interessante le molte simbologie presenti, a volte in modo velato altre volte meno, nel corso degli episodi (per un maggiore approfondimento vi consiglio di visitare la sezione SIMBOLOGIE).
In Italia l' anime arrivò nel 1995 e per il circuito dell Home-Video grazie alla Yamato Video, fu solo nei primi anni del 2000 che venne iniziato ad esser trasmesso anche in televisione sia su canali satellitari che non e in versione non censurata. Per l' occasione fu chiesto ai Cavalieri del Re di comporre e cantare la sigla di apertura e chiusura.
L' Italia non è però stato l' unico paese che ha avuto modo di poter vedere questo anime, ad esempio è stato trasmesso anche nei paesi arabi, spagnoli o francesi.
Il canale televisivo NHK decise così di sfruttare il momento e chiese e ottenne da Riyoko Ikeda la possibilità di realizzare un anime tratto da un altro suo manga, quello di "Caro Fratello". Manga scritto e disegnato da Riyoko Ikeda poco dopo la conclusione del suo più grande successo ,"Versailles no Bara".
La regia venne affidata ad Osamu Dezaki, che si era occupato anche della regia per tutta la seconda parte (nonché quella più apprezzata da tutti) della trasposizione animata di "Versailles no Bara".
L'anime di "Caro Fratello" è composto da un gran numero di episodi, 39, soprattutto se confrontati con la lunghezza del manga (intorno alle 500 pagine) e per questo motivo Dezaki dovette suggerire ai suoi sceneggiatori, Takayashiki e Konparu, di apportare alcune modifiche alla storia originale, tant' è che le due, quelle del manga e dell' anime, alla fine finiscono per differenziarsi notevolmente (esempio l' alone di morte che circonda alla fine tutti i personaggi e il confronto tra la vita e la morte di Rei con quella di Kaoru lascia spazio per un messaggio più positivo di una speranza che non muore mai ).
La realizzazione del character design venne affidata ad Akio Sugino, che partendo dallo stile di Riyoko Ikeda, cercò di modernizzarne il tratto dei personaggi pur cercando di mantenere inalterata la loro eleganza e leggiadria.
Prima della messa in onda dell'anime, venne invitata dalla NHK alla visione del prodotto anche la stessa Riyoko Ikeda che a conclusione del primo episodio avvicinandosi a Dezaki gli disse: "...caro Dezaki, tu sai interpretare la psicologia femminile meglio di molte donne" .
Non possiamo che condividere questo suo commento, infatti l'anime riesce a trasmettere con solo l'utilizzo delle immagini e dei colori (spesso con delle tinte sfumate) le emozioni, i sentimenti e le espressioni dei personaggi arrivando così a comprendere la loro anima . Il tutto sottolineato da una colonna sono che ben si amalgama con quanto viene trasmesso.
Estremamente interessante le molte simbologie presenti, a volte in modo velato altre volte meno, nel corso degli episodi (per un maggiore approfondimento vi consiglio di visitare la sezione SIMBOLOGIE).
In Italia l' anime arrivò nel 1995 e per il circuito dell Home-Video grazie alla Yamato Video, fu solo nei primi anni del 2000 che venne iniziato ad esser trasmesso anche in televisione sia su canali satellitari che non e in versione non censurata. Per l' occasione fu chiesto ai Cavalieri del Re di comporre e cantare la sigla di apertura e chiusura.
L' Italia non è però stato l' unico paese che ha avuto modo di poter vedere questo anime, ad esempio è stato trasmesso anche nei paesi arabi, spagnoli o francesi.