池田 理代子

池田 理代子池田 理代子
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池田 理代子

 

In occasione della mostra "50° Anniversario: la Rosa di Versailles - Versailles per sempre", Riyoko Ikeda ha rilasciato un'intervista ad Art Exhibition Navi. Durante l'intervista la Sensei ha parlato della nascita di "Le Rose di Versailles", delle difficoltà incontrate durante la serializzazione della storia e degli episodi inaspettati che si sono susseguiti. Dietro la trama brillante e drammatica, l'autrice ha rivelato il "percorso spinoso" che ha dovuto seguire come una delle pioniere del manga femminile.

Voglio scrivere un manga su Maria Antonietta, non sulla Rivoluzione francese.

Art Exhibition Navi (AEN.): Come è nata la decisione di scrivere e disegnare "Le Rose di Versailles"?

Riyoko Ikeda (R.I.): Nell'estate del mio secondo anno di liceo, lessi Maria Antonietta di Stefan Zweig e mi commossi per l'innocenza della giovane di Antonietta e per il processo di risveglio come essere umano rispettabile dopo essere stata gettata nella terribile disgrazia della Rivoluzione francese. A quel tempo nacque in me il desiderio desiderio di scrivere un giorno una storia non sulla Rivoluzione francese, ma su Maria Antonietta.
All'epoca non avevo ancora deciso che forma gli avrei dato- un fumetto, un film o un romanzo - . Poi è capitato he diventassi unamangaka e quindi decisi che ne avrei fatto un manga.

"Le Rose di Versailles" festeggiano il loro 50esimo anniversario

R.I.: Il 50° anniversario è un momento inimmaginabile e pensavo che non avrei mai vissuto per vederlo.
Credo che il pubblico abbia un'immagine glamour di "Le Rose di Versailles", ma quando la serie è iniziata ero una ragazza di 24 anni. A quel tempo, i manga non erano riconosciuti come parte della cultura, e questo mi ha riportato alla mente molti brutti ricordi.

All'epoca, il divario tra uomini e donne era terribile, e mi fu detto che era scandaloso fare una storia storica in un manga per ragazze, e che non c'era modo che le donne e le bambine capissero la storia.
Prima del "gender", la discriminazione di genere era un fatto comune.

AEN:
Invece "Le Rose di Versailles" divennero un grande successo!
La storia di Oscar, una donna che viene cresciuta come un uomo e un soldato è stata scritta con l'intenzione di affrontare la questione di discriminazione di genere?

R.I.: Quando ho scritto "Le Rose di Versailles"  la parola "genere" non esisteva nemmeno e la discriminazione tra uomo e donna era un fatto accettato.

All'inizio della mia carriera di mangaka, quando con i manga non riuscivo ancora a sostenermi autonomamente avevo un lavoro part-time, dal quale dovetti licenziarmi a causa di molestie sessuali da parte del mio datore di lavoro. 

In quegli anni non si parlava di "discriminazione di genere" era così e basta, ad esempio era così il fatto  che le lavoratrici fossero pagate la metà degli uomini, anche se lavoravavo per la stessa rivista di uomini e la nostra popolarità era uguale io prendevo la metà del suo stipendio. Un giorno chiesi il  perché. Mi fu risposto, guardandomi come se avessi fatto una domanda stupida, che è- perché gli uomini devono sposarsi e mantenere la famiglia in futuro, non è ovvio?". Questa era l'età primitiva del genere.

AEN: Hai messo tutti questi sentimenti all'interno del tuo manga?

R.I.: No, non credo. Ho scritto ciò che avevo sempre voluto scrivere, ciò che la mia mente creava. Consapevolemente non era un appello alla società per il divario di genere. Ho scritto qualcosa di meglio, quello che era nella mia testa.

AEN: Quali sono stati per te i momenti che più ti hanno colpito durante la serializzazione del manga di "Le Rose di Versailles"?

R.I.: Durante la serializzazione del manga, ricevevo 10.000 lettere di fan al mese. Ma se anche una sola di esse conteneva una critica, lasciava una forte impressione su di me e ho ancora dei flashback delle brutte parole che mi venivano dette all'epoca. Penso che sia così per tutti, ma il primo, il pioniere, è quello che viene colpito.
Ma è quello il momento in cui bisogna dare il massimo. Quando i "The Beatles", all'apice della loro carriera vennero in Giappone, furono al centro di numerose critiche da parte degli adulti ritenendo offensivi i loro "capelli lunghi" o la loro musica "stupida". Ma ora gli stessi dicono che la musica dei "The Beatles" è un classico. Credo che queste fasi di passaggio succeda a tutto ciò che è nuovo.

Rispetto Muhammad Ali che è vissuto secondo le sue convinzioni

AEN: C'è una figura che ti ha ispiarato?

R.I.: Muhammad Ali è l'uomo che ha definito il mio stile di vita. Quando io ero all'università, lui rifiutò di arruolarsi nell'esercito e soffrì molto, ma resistette e non rinunciò mai alla sua volontà e alle sue convinzioni, anche se fu privato di tutto ciò che aveva, della fama e persino della sua qualifica di pugile professionista. Questo è il tipo di vita che voglio condurre.

AEN: Perché "Le Rose di Versailles" vengono amate da 50 anni?

R.I.: Non ci ho mai pensato troppo. Sono i lettori che lo amano, quindi non ho mai scritto nulla del perché loro lo amino. Preferirei chiederglielo a tutti da qui.

Tuttavia, in una lettera un fan mi ha scritto: "Nella vita ci sono da fare ogni giorno nuove scoperte e se rileggi "Le Rose di Versailles" 100 volte ogni volta farai 100 nuove scoperte e ne sarai commosso!".

AEN: Qual è il suo personaggio preferito in "Le Rose di Versailles"?

R.I.:  Mi piacciono tutti i personaggi che creo, sia quelli buoni che quelli cattivi o minori e cerco di farli vivere tutti.

AEN: Se tu fossi Oscar quale tra i personaggi maschili del manga sceglieresti: André, Fersen o Girodel?

R.I.: Se fossi Oscar, io sceglierei Luigi XVI! Lui mi piace molto. Nel manga l'ho disegnato in modo comico, ma mi piace molto come personaggio perché leggere, è colto e non presta attenzione alle altre donne ed è un pessimo ballerino!

Oscar e André si mettono insieme? Non l'avrei mai detto!

AEN: Mano a mano che la storia procede l'aspetto dei personaggi, sopratutto quello di André cambia..

R.I.: Oh, questo perché quando iniziai la serializzazione non ho pensato a con sarebbe finita con Oscar. "André è ...beh, forse no.." (ride)

All'inizio appare come un amico di Oscar, ma più scrivevo più ho cominciato a pensare che la cosa più importante nella sua vita fosse la persona che aveva al suo fianco. All'epoca pensavo che non dovesse trattarsi di status o di denaro, ma che l'elemento più importante per una donna fosse avere un uomo nella loro vita che la sostenga e sia gentile con lei. L'ho pensato allora e penso che dovrebbero pensarci ancora oggi le donne che lavorano.

AEN: Qual è stata la sua impressione quando ha visto per la prima volta l'adattamento teatrale della Takarazuka Revue di "Le Rose di Versailles"?

R.I.: Sono rimasta sbalordita dalla bellezza di Yuri Haruna.
Allora, anche all'interno di Takarazuka, c'erano voci che dicevano che i manga non dovevano essere inclusi nel teatro tradizionale di Takarazuka. Lo status dei manga era così basso.

Ma per i fan del manga, l'idea di avere una persona in carne e ossa che interpreta il personaggio di Oscar fu un'esperienza bellissima! Ancora oggi ho molte amicizie del cast del primo spettacolo di Berubara, sono come compagni d'armi.

AEN: Ci può draccontare qualcosa dei supi piani futuri?

R.I.: Sto pensando a come concludere la mia vita, perché ormia sono una donna anziana.
Sin da sempre vissuto a Tokyo, ma da cinque anni mi sono trasferita ad Atami (ndlLuca: nella prefettura di Shizuoka).
Sono affascinata dai cambiamenti quotidiani della natura che non potevo percepire a Tokyo. Nell'antichità sono certa che le persone potevano sentire il suono degli uccelli, quando la mattina aprivano le finestre, e commuoversi nell'ascoltarli... nell'ascoltare i suoni delle foreste, dei boschi e delle montagne che cambiavano colore di giorno in giorno... Penso che fosse davvero normale per le persone commuoversi per queste cose.

池田 理代子

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Potete trovare il testo originale dell'intervista qui riprodotta al seguente link: https://artexhibition.jp/topics/news/20220831-AEJ960471/

 
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