----------------------------------------------
Quella che segue è
la traduzione della seconda parte di una chiacchierata avvenuta tra
Riyoko Ikeda e
Teiko Maehashi
(violinista internazionale) lo scorso 23 Giugno 2021 sattraverso la piattaforma
del sito di
Shueisha Manga-Art Heritage
(per maggiori informazioni sul suddetto progetto
v'invitiamo a visitare le News del Riyoko Ikeda Fan Site del 20 Dicembre 2021;
dell'11 Marzo 202 e del 08 Luglio 2022).
Le esperienze della vita trovano forma nella carta e nei suoni
Maehashi: In "La finestra di Orfeo" il modo
in cui hai disegnato la posizione di come i personaggi tengono il violino è
davvero molto bella.
Anche gli strumenti musicali sono tutti molto bene disegnati.
Ikeda: Al liceo suonavo la tromba nella banda di ottoni, quindi sono sempre stata cirocondata dagli strumenti musicali. Quando ho inziiato a disegnare "La finestra di Orfeo" ho acuistato, a buon mercato, e li guardavo ogni volta che dovevo disegnarli. Ho passato anche molto tempo a guardare la postura dei musicisti e come suonano.
Invece i pianoforti sono relativamente facili da disegnare. La tastiera è dritta, giusto? E' una linea retta con tasti bianchi e neri. ll violino no, quello è stato proprio difficile.
Maehashi: Non so se è il caso di drilo, perhcé non so bene come farlo, ma se disegni una certa forma è chiaro che è un violino, ma nel modo in cui tu li hai disegnati il suono sembra davvero uscire. Per questo ho pensato che il tuo lavoro fosse impressionante.
Ikeda: Wow grazie! Per la prima volta oggi mi sento sicura del lavoro che ho fatto (ride).
Maehashi: Utilizzi materiali particolari per disegnare?
Ikeda: Le persone a cui piacciono i manga mi chiedono speso "che materiali usi?", ma io non sono particolarmente esigente in questo. L'importante è che mi permetta una facilità di disegno, se fa questo per me va bene.
Maehashi: E' così che fai nascere opere meravigliose?
Ikeda: No, il mio vero materiale artistico sono le culture che ho incontrato e tutti i libri che i miei genitori mi hanno sempre regalato da quando ne ho memoria.
Maehashi: E' cambiato qualcosa in lei negli ultimi 40 o 50 anni?
Ikeda: Come mangaka le articolazioni delle mie dita sono
diventanti meno mobili e più invecchio e più faccio fatica a muoverle, per
questo non realizzo più serializzazioni.
Mi piace però continuare a creare storie e scrivere tanka (ndlLuca
composizione poetica giapponese), lo faccio da quando sono alle scuole
medie e lo scorso anno ho anche pubblicato la mia prima raccolta di tanka (nLLuca
si riferisce a "Ossa
solitarie
(歌集
寂しき骨)", clicca
QUI
per l'approfondimento che all'interno del Riyoko IKeda Fan Site gli abbiamo
dedicato).
Maehashi: E' meraviglioso! Per me esiste la riproduzione artistica in quanto io riproduco qualcosa che un compositore ha creato. Non si tratta di vera creatività.
Ikeda: Io penso che l'esperienza di vita che hai vissuto nella vita vengono sempre fuori mentre ti esibisci.
Maehashi: Ha ragione, in fondo il carattere, l'umanità di una persoa con le sue zone bianche e nere vengono sempre proiettate nel suono che si produce.
Ikeda: Recentemente sono giunta alla conclusione che questa è proprio la vita.
Il dormitorio del Conservatorio era all'epoca un microcosmo dell'Unione Sovietica
Ikeda: Colleziono molti dischi di musica classica. Quando sono triste e sofferente asoclto il concerto per violino di Beethoven (ndlLuca Per ascoltare il concerto clicca qui QUI).
Maehashi: Davvero?
Ikeda: Sì, lo ascolto fino allo sfinimento.
Mentre disegnavo "La finestra di Orfeo" ascoltavo molta musica e io stessa suonavo il pianoforte. COme dicono i personaggi dell'opera nel pianoforte tutte le basi sono gli arpeggi. Poi c'è Bach.
Maehashi: Penso che ti abbia ragione.
Ikeda: Le opere non accompagnate di Bach e quella di Beethovene sono il punto in cui sono arrivata
Maehashi: Quando
studiavo pianoforte in Unione Sovietica è stato bellissimo.
L'istruzione era ottima e anche il livello degli insegnanti era diverso. Non
c'erano poi molte persone con cui esercitarsi con il pianoforte.
Anche il pianoforte al Conservatorio era davvero in pessime condizioni, non era
nemmeno accordato. Eppure i vincitori dei concorsi internazionali provenivano
tutti dalla Russia. Penso che, anche in un ambiente svantaggiato, avessero una
forza mentale irrefrenabile esattamente come la loro forza fisica.
Ikeda: E' lo stesso per la letteratura. Quando ero alle scuole medie ho deciso che avrei letto tutto Dostoevskij. Ero davvero appasionata alla loro cultura.
Le 15 Repubbliche che componevano l'URSS, gli Stati Baltici in particolare hanno avuto una forte influenza dalla Germania. Penso che anche questo tipo di cose generi un potere insondabile.
Maebashi: Ho
vissuto nel dormitorio del Conservatorio per tre anni, ed era davvero un
microcosmo dell'Unione Sovietica di allora. Musicisti di talento provenienti
dagli Stati Baltici, dall'Ucraina, dall'Armenia, dall'Azerbaigian, dal
Kirghizistan e da altre regioni sono stati selezionati per rappresentare le loro
Repubbliche e inviati al Conservatorio di Leningrado o al Conservatorio di Mosca.
E anche se la religione, il cibo e molte altre cose sono diverse, i
ragazzi e le ragazze seppure in camerate diverse...erano tutti giovani.... e ci
sono cose di cui non posso parlare qui (ride).
Nei dormitori c'era un certo numero di persone che avevano lasciato i figli ai
genitori a casa ed erano venuti qui a studiare.
Ikeda: Nel pattinaggio artistico e in altri sport con molti elementi artistici, la Russia è ancora forte, non è vero?
Maebashi: Penso
che sia dovuto al fatto che siamo fisicamente molto fortunati e anche al loro
sistema educativo. Nella classe di Mikhail Vaiman a Leningrado c'erano circa 14
studenti ed era una classe aperta. Non c'erano lezioni individuale come in
Giappone o negli Stati Uniti, ma chiunque poteva ascoltare le fasi di studio
durante la lezione. Non mi piaceva quando gli altri studenti ascoltavano un
pezzo su cui stavo ancora studiano, ma faceva parte della formazione. È come se,
se ti fai coraggio lì!, e quando salirai sul palco non sarà più un problema.
Inoltre, la maggior parte dei pezzi per violino devono essere acocmpagnati dal
pianoforte, quindi avevo un pianista dedicato che si esercitava sempre con me.
La mia insegnante era una donna che lavorava fin da quando era studentessa,
lavorava da sempre ed era orgogliosa del suo lavoro.
C'è uno spesso strato di persone che sostengono le arti e la cultura in modi che non sono visibili al pubblico, e c'è un sistema preciso per tutto. Non si trattava di entrare in un Conservatorio solo perché ti piaceva o perché eri un po' interessato, ma a quel tempo era la differenza tra la vita e la morte. Se non ce la facevi, eri fregato a vita, quindi tutti studiavano duramente.
Ikeda: Mi soprende che tu sia riuscita ad andare lì a studiare, all'epoca non era un Paese aperto agli stranieri.
Maebashi: Credo di essere stata molto fortunata, all'epoca non avevo un grande talento.
Ikeda: Scherzi?
Maebashi: No, davvero. Sono stata una studentessa che ah avuto modo di andarci e studiare finanziata dal nostro Governo dal governo, quindi non ho dovuto pagare nulla. Ancora oggi non riesco ancora a crederci. Mi chiedevo perché mi avessero dato tre anni di educazione speciale. Volevo diventare un solista, ma questo era davvero impossibile. Ma ho pensato: "Nessuno ha mai avuto questo tipo di istruzione, quindi forse posso trasmettere quello che imparerò qui", così ho fatto quello che mi è stato detto di fare con il loro metodo. Ho pianto molto spesso(ride).
Ikeda: Capisco (ride).
Maebashi: A quel punto mi è stato detto: "Se per te è così difficile, non devi farlo". L'insegnante era molto gentile e credo che avesse circa 30 anni, ma in realtà, ora che ci penso, tutti erano adulti. Io avevo solo 17 anni. C'era un violinista sposato, Sascha, che a 23 anni era il più anziano della classe, e anche lui era molto gentile con me. Ero lì per studiare, quindi le mie attività si limitavano a fare la spola tra la scuola e il dormitorio, e non sapevo quasi nulla della città. Prima di tornare in Giappone, Sascha mi ha mostrato tutto in un giorno e ha scattato molte foto. Ho una mia foto di 17 anni davanti alla Chiesa del Salvatore sul Sangue. Quando mi sono trvoata a leggere "La Finestra di Orfeo" ho visto la stessa chiesa (ndlLuca per un approfondimento tra manga e realtà di "La Finestra di Orfeo" visita la sezione Manga vs Realtà - Russia).
Ikeda: Sì.
Maebashi: Mi hanno fotografato in vari posti come la Chiesa del Salvatore sul Sangue versato e mi hanno detto: "Shoreiko, quando sarai grande, ricorderai questi momenti passati insieme". È difficile dire una cosa del genere a 23 anni, vero?
Ho potuto vivere liberamente con studenti così gentili, senza alcuna supervisione.
Vuoi ritrarre la Rivoluzione Russa in modo positivo o negativo? Vuoi farlo in modo negativo?
Ikeda: Al contrario io quando sono stata in Russia per la prima volta sapevo che sarei stata controllata.
Maebashi: Che anno era?
Ikeda: E' stato dopo la conclusione di "Le Rose di Versailles" quindi intorno al 1974.
Mi sono registrata presso l'Inturist dell'Estremo Oriente (ndlLuca l'Inturist fu fondata nel 1929 per e aveva il compito di l'accesso e il viaggio all'interno dell'Urss dei turisti stranieri. La società è ancora oggi attiva).
La direttrice dell'Ufficio era una donna che mi spaventava moltissimo, ma io le dissi: "Il mio prossimo manga voglio realizzarlo sulla Rivoluzione Russa" e lei mi rispose "Vuoi ritrarre la Rivoluzione RUssa in modo positivo o negativo? Vuoi farlo in modo negativo?". Quando le ho spiegato come intendevo farlo mi ha dato l'autorizzazione al viaggio e ad entrare anche in luoghi vietati ai turisti. Sono per esempio potuta andare in una sotteraneo segreto dove i Rivoluzionari stampavano i loro volantini. In quel viaggio furono tutti molto gentili con me, ovviamente non potevamo muoverci se non controllati a vista.
Maebashi: Era ancora Leningrado, vero?
Ikeda: Sì, esatto. Era inverno e, come lei dice, l'immagine del grigio era molto forte, ma mi è stato detto che la scuola femminile di Smolinny e vari altri edifici sono stati fatti per apparire più belli sotto la neve.
Maebashi: Sì. In estate non è così bella.
Ikeda: Infati, ho pensato che l'inverno sarebbe stato il momento migliore per il viaggio. Ma il cibo scarseggiava e non c'era insalate o altre verudre crude.
Maebashi: È difficile trovare le verdure, vero? Ha alloggiato in un hotel, vero?
Ikeda: Sì. Se all'epoca soggiornani in un albergo dell'Unione Sovietica, poi nessun altro luogo poteva davvero spaventarti...
Maebashi: Ma credo che abbiate soggiornato in un posto molto bello.
Ikeda: Per nulla! Non c'era acqua calda, il riscaldamento non funzionava, entravano gli spifferi e il letto era rotto.
Maebashi: Cosa?
Ikeda: Il bagno era la stanza più calda, così ho detto che avrei dormito lì. A quei tempi, le portinaie lavoravano sodo ad ogni piano e noi ricevevamo l'acqua calda da loro. Mi mancano quei giorni. Continuo a preferire l'era sovietica.
Maebashi: Ora è un Paese completamente diverso. A volte guardo programmi televisivi sulla Russia di adesso, ed è difficile credere che sia ancora lo stesso Paese, perché è cambiato così tanto.
Ikeda: Dopo che la Russia è diventata Russia, c'è stato un festival chiamato il Festival della Notte Bianca, vero? Sono andata lì per un programma televisivo che intervistava direttori d'orchestra come Walery Gergiev e l'italiano Gianandrea Noseda, ma era così americanizzato! C'erano motoscafi che sfrecciavano lungo i canali di San Pietroburgo. Forse i giovani avevano voglia di questo genere di cose.
Maebashi: A quei tempi, per la gente comune, l'America era l'immagine di un Paese da sogno. Ma non arrivavano alcune informazioni. Poi, dopo un certo periodo, sono arrivate informazioni dall'Europa e dagli Stati Uniti. Avevamo soldi, ma non capivamo il significato del denaro. Questo ha cambiato completamente le cose. Ora c'è un enorme divario tra i ricchi e i poveri.
Ikeda: Quando mi recai per la prima volta in Unione Sovietica, la gente si avvicinava a me quando camminavo per la città. Mi chiedevano se avevo dei dollari. Volevano che li scambiassi.
Maebashi: Esatto.
A quel tempo c'erano dei posti chiamati "negozi del dollaro", ricordi? Con i
dollari si potevano comprare piccole cose.
La gente vuole fondamentalmente cose che gli altri non hanno, e credo che siano
stati i primi a rendersi conto che avrebbero potuto fare cose del genere se
avessero avuto i soldi. Voglio dire, credo che abbiano capito che potevano farlo
perché in quel periodo tutto stava cambiando. Anche i bravi insegnanti volevano
andare nei conservatori in Europa, come in Germania, dove potevano avere una
vita più stabile, piuttosto che rimanere a Mosca o a Leningrado, e c'era
competizione per le cattedre. Ma ora quel periodo è terminato e la gente sta
gradualmente tornando a Mosca.
Ikeda: Anche se l'Unione Sovietica è diventata Russia, il sistema educativo rimane comunque molto costosto.
Maebashi: Mi chiedo davvero se questa sia una tradizione, e mi chiedo anche se la musica slava russa, così come la letteratura, abbia un fascino unico che attrae tutti. Per esempio, mi chiedo se Tchaikovsky sia il cuore del popolo russo, anche se il Concerto per violino è un pezzo tecnicamente molto difficile. In passato, durante le lezioni, pensavo solo a come suonarla, quando il signor Weimann mi chiese: "Hai visto l'opera di Tchaikovsky?". Ho detto: "Cosa? Mi sono detto: "Cosa? Tchaikovsky ha un'opera?". Ero così ignorante. Poi mi disse di andare a leggere Evgeny Onegin (ndiLuca acquista il romanzoin oggetto di Aleksandr Puškin QUI). Mi disse che i tre movimenti del concerto per violino erano esattamente come la scena della lettera di Tatyana a Onegin. Per capire la musica russa, bisogna impararla da angolazioni completamente diverse, è legata alla letteratura e bisogna capire il clima. Come studente internazionale, sono stata incoraggiato a vivere il più possibile la Russia, così ho trascorso più della metà della settimana al Teatro Kirov per assistere a spettacoli di balletto e opera.
LINK CORRELATI
Potete trovare il testo originale dell'intervista qui riprodotta al seguente link: https://mangaart.jp/ja/news/ikeda_maehashi_specialtalk02